“LE COMPLICI”| IL MANIFESTO|EMANUELA PIOVANO RICORDA ANNARITA SIDOTI

Il Manifesto

 

23 maggio 2015 Il manifesto

Anna, una vita memorabile

Personaggi. Annarita Sidoti, la marciatrice siciliana campionessa europea e mondiale, è morta a soli 45 anni dopo una lotta contro il cancro. La regista Emanuela Piovano, che l’aveva voluta nel 1998 nel film Le Complici, la ricorda così

anna-rita-sidotile-complici-con-antonella-fattori02245103Voglio ricor­dare Anna­rita Sidoti par­tendo da una cita­zione dell’ultimo film di Nanni Moretti, Mia madre. E’ un film che sento come un tra­guardo per­so­nale. Da anni mi sono bat­tuta per­ché la parte fem­mi­nile che è in tutti noi si espri­messe. Ma non alla Flau­bert (madame Bovary c’est moi) e nep­pure secondo le ana­lisi della cri­tica fem­mi­ni­sta alla Laura Mul­vey, secondo cui la dark lady raf­fi­gu­rata dal noir ame­ri­cano degli anni qua­ranta era una Fal­liz­za­zione della donna. Alla Cechov, piut­to­sto, ma da allora era raro vedere (per­fino sugli schermi fir­mati dalle regi­ste) per­so­naggi tanto attuali e pro­fondi come quello imper­so­nato da Mar­ghe­rita Buy che anche se inter­preta dichia­ra­ta­mente l’alter ego dell’autore non per que­sto ne è la copia né la cele­bra­zione, anzi.

Il segreto lo svela lo stesso Nanni, con una auto­ci­ta­zione tor­men­tone nel film: la reci­ta­zione deve stare accanto al per­so­nag­gio, ovvero la per­sona che lo inter­preta deve anch’essa essere per­ce­pi­bile, in quella sorta di “sfraso” caro appunto a Cechov. Lo stesso tor­men­tone, seb­bene in ver­sione nega­tiva e anti­te­tica a quella ceco­viana, lo abbiamo stu­diato con le ana­lisi di DIVISMO. Anche qui la per­sona doveva stare a fianco del per­so­nag­gio, ma non per amore della verità o della rap­pre­sen­ta­zione, bensì per le fer­ree leggi del mercato.

Un divo ha una filiera di sfrut­ta­mento più lunga e più sicura del sin­golo per­so­nag­gio di una pièce. Ma veniamo ad Anna Rita. Oggi su Repub­blica c’è un suo bel­lis­simo ritratto a firma Enrico Sisti che così cita il mio film Le Com­plici: “ Dopo il trionfo di Atene la vol­lero in un pic­colo film come debuttante..erano rima­sti fol­go­rati da una sua foto, il look andro­gino, quel non tra­dire sen­sua­lità eppure una strana e infi­nita tene­rezza nello sguardo…atletica e cinema. Sem­pre una foto aveva con­vinto Paso­lini, prima che Anna­rita nascesse (fine 68) ad affi­dare a Giu­seppe Gen­tile, fre­sco bronzo nel tri­plo ai Gio­chi di Città del Mes­sico, la parte di Gia­sone in Medea accanto a Maria Callas. “

In realtà la scelsi pro­prio in virtù di quello “sfraso” ‚in bilico tra un divi­smo non più “soste­ni­bile” (auto esi­liato per inqui­na­mento) e un cecho­vi­smo ado­ra­bile, attra­verso la via mae­stra delle cose ancora non dette, per tro­vare le cui parole si deve andare nella fore­sta ver­gine e pro­vare a tro­vare var­chi senza per forza usare il machete. (La Sidoti baciava per la prima volta nel cinema ita­liano un’altra donna – e la cosa dav­vero pur nel vicino 1998 ci pro­curò non pochi guai – anzi gra­zie ancora alla perla rara e unica e lun­gi­mi­rante Andrea Occhipinti)

Non tutti apprez­za­rono la scelta di lasciare la presa diretta e una non – attrice che più che spon­ta­neità tra­di­sce mec­ca­ni­cità, ma Anna Rita bucava lo schermo pro­prio con quella dolce aria da automa, dell’autodisciplina, (se non si alle­nava un giorno era affetta da vere e pro­prie crisi di asti­nenza da endor­fine), della sua distanza dagli altri attori “veri” (Anto­nella Fat­tori, Urbano Bar­be­rini, Arnaldo Nin­chi), del suo segnare un per­so­nag­gio che come lei (per citare ancora SISTI) è “pronto a con­qui­stare vit­to­rie e acco­gliere scon­fitte, di donna pronta a difen­dersi da tutto, forte di una volontà tutta sua, alle­nata alle lun­ghe distanze, quando vedi sem­pre la ragione di tanta fatica, quando con­clu­dere un alle­na­mento è sì una gioia ma in fondo non più di tanto.perché la feli­cità di esserci o di esserci stata con­fonde l’inizio con la fine della sof­fe­renza. Quando si ricomincia ?”

Ricordo su un volo Cannes-Roma l’urlo di un Roberto Sil­ve­stri entu­sia­sta ai pas­seg­geri un po’ can­nensi e un po’ non, nel vedermi “E’ lei che ha fatto reci­tare la Sidoti “ e giù applausi a “car­linga” aperta ! Ricordo la prima pagina della Gaz­zetta dello Sport sco­perta ad un incro­cio di strada (allora c’erano più Stril­loni e meno inter­net) con una Anna Rita ritratta con la pistola alla James Bond (il film Le Com­plici è un noir).

Insomma, pic­coli tra­guardi di stare accanto al cinema, come piace a me. Imma­gi­nando che la strada sia sem­pre qualcos’altro, qual­cosa oltre lo schermo, che ci acco­muna tutti, ed è in quella strada, olim­pio­nica o ster­rata, che vale la pena cercare,per resti­tuire opere incom­piute o troppo brevi come la vita di Anna Rita, ma memorabili.

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