ROSE E MOVIOLE – IL COMPLEANNO DI UN MONTAUTORE – ROBERTO PERPIGNANI organizzata dall’Anac (Associazione Nazione Autori Cinematografici) in onore del grande maestro del montaggio italiano.
MARTEDÌ 20 APRILE DALLE 18.00 ALLE 19.15
“Orientato inizialmente alla pittura, Perpignani si avvicina al cinema dopo l’incontro con Orson Welles, con il quale collabora – come assistente al montaggio – per Il processo (1962).
Il suo talento per questa disciplina lo porta a lavorare al fianco di grandi registi e sceneggiatori italiani e stranieri, tra cui Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, i fratelli Taviani, Gianni Amelio, Giovanna Gagliardo, Gillo Pontecorvo, Michael Radford, Vittorio Orsini, Bruno De Almejda, Miklòs Jancsò, Wim Wenders, Krzysztof Zanussi. Alla sua scuola si sono formati tantissimi montatori ai quali Perpignani ha trasmesso quella matrice pedagogica di analisi dell’immagine che solo un professionista e curioso come lui poteva e sapeva intercettare e coltivare.
Il cinema italiano è debitore all’insegnante e al professionista Perpignani.”
Conduce Francesco Ranieri Martinotti.
Gli Auguri di Emanuela Piovano vicepresidente dell’Anac che ha lavorato con il maestro in due suoi film “Le stelle inquiete” ispirato alla filosofa Simone Weil e “L’età d’oro” ispirato alla regista Annabella Miscuglio e di STEFANIA ROCCA, MONSIGNOR MATTEO MARIA ZUPPI, VITTORIO STORARO, CLAUDIO GIOVANNESI, CATERINA D’AMICO, FRANCO PIERSANTI, GIUSEPPE LANCI, WILMA LABATE, SILVIA SCOLA, GIOVANNA GAGLIARDO, JACOPO QUADRI, MAURIZIO NICHETTI…
Per la XII edizione virtuale di FRANCE ODEON 2020 – FESTIVAL DEL CINEMA FRANCESE il direttore Francesco Ranieri Martinotti ha selezionato due film distribuiti da Kitchenfilm: CORNICHE KENNEDY e APACHE (LES APACHES)
CORNICHE KENNEDY di Dominique Cabrera |Una storia d’amore e di amicizia che segnerà la vita di un gruppo di adolescenti di Marsiglia, che sfidano il destino lanciandosi da una scogliera. DOMENICA 01 NOV. Ore 15.30 e MERCOLEDÌ 04 NOV. Ore 15:30
LES APACHE (APACHE) di Thierry de Peretti – In una Corsica affollata di turisti, cinque adolescenti annoiati passano la notte in una villa disabitata. La loro bravata avrà un esito imprevisto. LUNEDÌ 02 NOV. Ore 22.00 e GIOVEDÌ 05 NOVEMBRE Ore 22.00
Al Cinema Ariston di Mantova Mercoledì 28 ottobre la proiezione del film UNA VITA VIOLENTA di Thierry de Peretti.
Film cruento che ci fa riflettere sul tema della violenza.
Un viaggio in Corsica nell’epoca travagliata degli anni ’90. Sono ragazzi idealisti quelli che decidono di fare politica, nella convinzione di fare qualcosa per cambiare il loro paese, si organizzano in lotte armate. Restano invece coinvolti in lotte di delinquenza armata mafiosa che ne prende le redini, sacrificando e bruciando così le loro vite.
Forse un messaggio per i giovani di domani: “con la violenza non si ottiene nulla”
Thierry de Peretti si è ispirato alla storia vera del giovane attivista Montigny assassinato nel 2001 interpretato dall’attore Jean Michelangeli.
Dopo GreenEyes uno sguardo verde sul cinema e sulle alternative sostenibili di vita
arriva sulla piattaforma CINE-ROOM ideata da
No.Mad Entertainment e Kitchenfilm
“UN’ ESTATE PARTICOLARE”
per tratteggiare e accompagnare l’estate di un pubblico che è finalmente uscito dalle case e si confronta con un nuovo modo di ritrovarsi e stare all’aria aperta.
A partire dal 15 luglio
sarà possibile vedere in streaming e scaricare
UN’ ESTATE IN PROVENZA e CORNICHE KENNEDY
Due film in cui il cielo, il mare e la campagna fanno da cornice alla profondità dello sguardo su temi come l’amore, il confronto fra generazioni, lo scambio e l’inclusione sociale.
In un tempo sospeso tra la dolorosa memoria del passato e un futuro che non riesce a realizzarsi, Rahima e Nedim vivono la loro vita a Sarajevo, dove la guerra li ha lasciati orfani. Un giorno il ragazzo, durante una rissa con i compagni, distrugge il cellulare del figlio di un potente del luogo innescando una catena di eventi che sveleranno scenari inaspettati.
“È un film post-traumatico. Riesce a raccontare senza traccia di patetismo delle conseguenze devastanti della guerra in Bosnia, e allo stesso tempo di ogni conflitto bellico”. Motivazione del Premio della Giuria Festival di Pesaro
Vincitore di numerosi premi tra cui il “Menzione Speciale della Giuria al festival di Cannes e il “Premio Cinema e diritti umani” di Amnesty International, il film è stato candidato all’Oscar per la Bosnia Erzegovina come Miglior Film straniero 2013.
Il regista Thierry de Peretti ci racconta la storia facendoci entrare DENTRO IL FILM
Festival de Cannes 2017 selezione Ufficiale Semaine de la Critique
Vive le Cinéma 2018 – 3^ edizione festival Cinema Francese di Lecce – Premio Miglior Film
Nomination Gran Premio Internazionale del Doppiaggio 2019 XI Edizione Categoria Edizioni d’Autore
“Una generazione bruciata” “De Peretti si è ispirato alla vicenda di Nicolas Montigny, un giovane di Bastia di estrazione borghese, assassinato nella sua città nel 2001 a ventotto anni e che nel film viene ribattezzato Stéphane… “
“dell’iniziazione dello stesso Stéphane, segnato dalla lettura di I dannati della terra di Frantz Fanon (cita la frase: «Ogni generazione deve, in una certa opacità, scoprire la propria missione, adempierla o tradirla»).
Quando Alida Valli e Fosco Giachetti (una delle coppie romantiche più famose del cinema italiano) girano La vita ricomincia, vogliono raccontare a tutto il mondo che dopo la sciagura ci può essere una ripartenza, se, come dice Eduardo De Filippo in quel film, “tutti capiscono che bisogna fare del bene e si può fare meglio”. Proprio grazie a quel film la Valli fu notata da Alfred Hitchcock, che la chiamò in America per un importante ruolo di colpevole-innocente nel Il caso Paradine. Un personaggio molto simile a quello interpretato per La vita ricomincia, che rappresenta per la famosa attrice un nuovo inizio; lo stesso nuovo inizio che ci auguriamo di vivere a breve anche noi…
Proprio per questo la Kitchenfilm, a conclusione dello streaming gratuito delle sue “cinericette di resistenza”, vi invita al suo evento a sorpresa, un’ultima cinericetta (dal vivo) per parlare insieme degli ingredienti del nostro futuro…
Se volete essere invitati al live della nostra cinericetta basterà inviarci una mail con oggetto: “cinericetta”, a: kitchen@kitchenfilm.com scrivendo qual è il film della vostra vita e spiegandoci quali sono gli ingredienti che lo hanno reso tale….
Poesia Le rose blu, scritta e detta da Lidia nel film _Con questa poesia Lidia, una delle tante donne invisibili, una detenuta del carcere delle Vallette di Torino, nel 1988, rivendicava il diritto di esistere, di non essere dimenticata, di non dimenticare. Il 3 giugno del 1989 Lidia è una delle vittime dell’incendio che devasta la sezione femminile del carcere. Ed a lei, alla sua memoria, e al ricordo delle altre donne che persero la vita in quel tragico avvenimento, che il film “Le rose blu” è dedicato. E proprio una rosa blu è il filo conduttore del film, una rosa che entra in carcere grazie a Laura Betti,”l’amica dei poeti” e che passa di mano in mano, per raccontare ciò che le parole non sono in grado di esprimere, come la grande sofferenza di chi è privato della libertà. Un tema che avrebbe affascinato Pier Paolo Pasolini presente in spirito, oltre che con Laura Betti, anche con Ninetto Davoli, altro volto importante del suo cinema.
“Una comunità chiusa che cerca di farsi ascoltare, che ha bisogno di riconoscersi nello sguardo degli altri per affermare la propria esistenza. Un universo claustrofobico e spersonalizzante in cui ci si salva solo attraverso la poesia.
A distanza di trent’anni “LE ROSE BLU”, di Emanuela Piovano ci racconta il carcere e ci mostra quale potente arma di resistenza possa essere l’arte.
“Nato da Lettere dal carcere (1987) – videolettere realizzate da detenute del carcere delle Vallette a Torino con il gruppo Camera Woman – è un collage di racconti e scene di vita carceraria col filo conduttore di una rosa blu che, passando di mano in mano, finisce in quelle di L. Betti, tramite onirico, insieme con N. Davoli, verso il corpo poetico e martirizzato di Pasolini. Girato in 16 mm (con frammenti in video) e gonfiato a 35 mm, costato meno di 200 milioni e meno di 1 mese di riprese, realizzato da donne (soltanto il montaggio è dell’ottimo Alfredo Muschietti) con la collaborazione anche creativa delle detenute come attrici non professioniste, “non è un film sul carcere, opera impossibile, ricorda la terrorista Susanna Ronconi sullo schermo, citando Marguerite Duras: è un film del carcere” (A. Levantesi). È anomalo, straordinario, poetico e politico, commovente, con risvolti allegri o ironici, sempre teso ad accogliere i suggerimenti del set e risolto in linguaggio sciolto di taglio sperimentale. Dedicato alle detenute che morirono nell’incendio delle Vallette del 3 giugno 1989 e delle quali rimasero soltanto i provini in video.”
STEVE DELLA DELLA CASA , LA STAMPA, 1990
“L’idea è quella di un film poetico, che si regge su storie minime […] È ovviamente un film claustrofobico e non potrebbe essere altro essendo impostato sull’istituzione carceraria e girato quasi esclusivamente negli spazi delle carceri Nuove […] Il tutto all’interno di ambienti che sono connotati anche dall’assenza di tonalità cromatiche forti, il colore dominante essendo il bianco-grigio dei muri e dei pavimenti, l’ocra stinta degli armadietti, il grigio ferro di brandine e sbarre. […] Rispetto alle videolettere, si è cercato questa volta di dare una struttura unitaria pur mantenendo la frammentazione delle esperienze personali che vengono narrate: e il collante è fornito dallo spingere le situazioni, la recitazione, le storie in una dimensione onirica, ritenendo che solo la fantasia e la creatività possano garantire la sopravvivenza in una struttura chiusa e limitata quale è il carcere. Le detenute alternano dialoghi e monologhi, passaggi realistici e situazioni immaginate, autocoscienza e finzione, passato, presente e futuro inseguendo ogni barlume di vita, ogni stimolo per riempire il lungo vuoto di giorni che trascorrono implacabili e inutili. Forse il nodo irrisolto del film è proprio quello di non aver saputo puntare sino in fondo sull’aspetto visionario, di non avere insistito sulla dimensione atemporale di un mondo che ha una scansione dei tempi completamente diversa dall’esterno”.
Paesaggio naturale e paesaggio umano si fondono in Corniche Kennedy per un omaggio pieno d’amore alla città di Marsiglia… una boccata d’aria, “un orizzonte aperto”, sottolinea Dominique Cabrera, regista del film, in un momento così difficile in cui tutte le porte sono chiuse e possiamo solo guardare dalle solite finestre…