14 dicembre 2016
Ho visto per l’ultima volta Maria Pia in occasione del Festival di Bari, aprile 2016.
Ha fatto da sapiente presentatrice alla conferenza stampa del nostro film l’Età d’oro, con Laura Morante.
Aveva seguito il mio lavoro fin dal lontanto Le Rose Blu, riuscendo a trovare spazi miracolosi per un cinema indipendente, fatto di piccole grandi cose.
Per l’Età d’Oro mi ha detto una cosa illuminata, di cui ho fatto tesoro e che ha determinato i miei ultimi mesi di impegno.
Aveva notato con sorpresa e piacere alcuni sottotesti ironici nel film, che l’avevano molto divertita, e mi aveva chiesto come mai non avessi insistitito di più nel montaggio su quel registro.
Ecco che dopo quel colloquio ho rimesso mano al film, ed ora uscirà in un’edizione revista e corretta anche alla luce di quelle consideraioni amiche, dette con intelligenza e amicizia.
Non vedevo l’ora di mostrarglielo.
Non sono abituata a frequentare l’altra parte della barricata, ma ho sempre fatto tesoro, a volte amaro, dei suoi strali.
Così la Fusco, con affetto e leggerezza, fece capolino nella mia vita professionale quelle cinque o sei volte determinanti.
Così penso debba essere un critico, un giornalista, un militante di passioni assolute com’è la nostra: leggero, acuto, generoso, perspicace e coraggioso.
Grazie Maria Pia.
Emanuela