L’ÂGE D’OR DES CINÉ-CLUBS | LIMOGES-FRANCIA

L’ÂGE D’OR DES CINÉ-CLUBS

L’affaire Annabella Miscuglio 

Titolo originale L’età d’oro

21 Febbraio 2023

CINÉ-CLUB PRIMISSIMO PIANO

LIMOGES

ISPIRATO ALLA VERA STORIA DELLA REGISTA ANNABELLA MISCUGLIO

Sid è un giovane professionista che torna al Sud, nel paese d’origine, sulle tracce della madre Arabella, con la quale ha vissuto un rapporto contrastato. Arabella era una grandissima appassionata di cinema e diritti civili e delle donne: ha girato vari film sperimentali e ha occupato gran parte del suo tempo a gestire un animato e colto cineclub. Intorno a lei hanno orbitato tutta una serie di amici e amori che hanno condiviso passioni, disillusioni, speranze, e che adesso, insieme a Sid, cercano di ricostruire il quadro di una vita vissuta con tenacia e passione.

Sceneggiatura di Francesca Romana Massaro, Emanuela Piovano, Gualtiero Rosella, Silvana Silvestri con Laura Morante, Dil Gabriele Dell’Aiera, Gigio Alberti. 

Il video parte a 0:36

L’ÂGE D’OR DES CINÉ -CLUBS | CONTINUA AD EMOZIONARE

Il film  L’age d’or des ciné-clubs  ha un cast eccezionale: LAURA MORANTE, DIL GABRIELE DELL’AIERA, GIGIO ALBERTI, EUGENIA COSTANTINI, PIETRO DE SILVA, STEFANO FRESI, GIULIO SCARPATI, GISELDA VOLODI, ELENA COTTA, ADRIANO APRÀ.

In Francia il film esce nella città di Parigi l’8 agosto 2018  Dil Gabriele Dell’Aiera protagonista insieme a Laura Morante lo ha presentato in anteprima al cinema Saint-André-des-Arts.

 Il film di Emanuela Piovano continua ad emozionare domani la proiezione al cinéma Agnés Varda a la Tranche-Sur-Mer.

L’ÂGE D’OR DES CINÉ-CLUB | Cinéma Agnès Varda | La Tranche-Sur-Mer

20 novembre 2019

L’Age d’Or des ciné- clubs” film di Emanuela Piovano liberamente ispirato al libro di Francesca Romana Massaro e Silvana Silvestri ” L’età d’oro – il caso Véronique” EMMEBI EDIZIONI Firenze 2012 produzione italo – francese KITCHENFILM – TESTUKINE  distribuito in Francia da JOUR2FETE.

Nella foto gli attori protagonisti LAURA MORANTE e  DIL GABRIELE DELL’AIERA.   

Mercoledi 20 novembre al Cinéma Agnès Varda ore 14:00 La Tranche-sur-Mer.

 

 

L’ETÀ D’ORO | FESTIVAL CINÉ SANS FRONTIERES

 

15 gennaio 2019

L’età d’oro tra i sette film italiani scelti per la nona Edizione del Festival Ciné Sans Frontieres

(1 -10 febbraio 2019) ad Arcachon in Francia.

In concorso per il premio del pubblico sono stati selezionati: 

“Capri – Revolution” di Mario Martone e “L’Ospite” di Duccio Chiarini. 

Tra i cortometraggi in competizione “Asciola” di Edoardo Sandulli ed la puntata della serie “Caro Marziano” di “Pif” “Parlare con i Sordi”.

Tre i film fuori concorso: “A Casa Tutti Bene” di Gabriele Muccino, “L’Età d’Oro” di Emanuela Piovano e “Lazzaro Felice” di Alice Rohrwacher.

L’ETÀ D’ORO DIRECTOR’S CUT | ARENA AIRICICLOTTERI |BARI

 

16 settembre 2018

Nico Cirasola organizza per LA MASSERIA DEL CINEMA E DELLE ARTI domenica  16 settembre una serata evento dedicato al personaggio di Annabella Miscuglio presso l’arena Airiciclotteri di Bari.

ore 20:00 “SVELATA” omaggio ad Annabella Miscuglio

ore 21:30 “L’ETÀ D’ORO” versione director’s cut alla presenza della regista.

Emanuela Piovano racconterà come si è ispirata ad Annabella Miscuglio per il personaggio di Arabella intrerpretato da Laura Morante e del figlio, Pierluigi Alto, interpretato da Dil Gabriele Dell’Aiera.

Un cast eccezionale per questo film che omaggia soprattutto il cinema. Gli attori: Gigio Alberti, Eugenia Costantini, Pietro De Silva, Stefano Fresi, Giulio Scarpati, Gisella Volodi, Elena Cotta,  Adriano Aprà e tanti bravissimi attori pugliesi. Il film è stato girato nella splendida Monopoli in provincia di Bari. Ambientato soprattutto nell’ Arena di Monopoli, Palazzo Palmieri e la Chiesa.

Attualmente la versione director’s cut sta girando alcune sale italiane.

In Francia è distribuito da Jour2Fete con il titolo L’age d’or des Cinè-Clubs L’affaire des Annabella Miscuglio.

 

(Le registe di Piera Detassis)
"...nasce "Kinomata" collettivo politico e artistico 
che si preoccupa di celebrare e smuovere il protagonismo 
femminile dietro la macchina da presa, con un forte 
interesse alla condizione femminile. Anime del gruppo, 
all'origine anche di una rassegna itinerante e di un 
libro troviamo Annabella Miscuglio, Rony Daopulo, 
Paola De Martis, Anna Carini, Loredana Dondi. 
Insieme girarono Processo Per strupo, mandato in onda 
il 26 aprile del 1979 dalla RAI: per la prima volta 
la cinepresa era entrata in un tribunale, quello di Latina, 
e aveva ripreso il dibattimento, svelando come, nelle parole 
crude di avvocati e Pm, le vittime diventassero 
colpevoli. Ancor più scandalo per il film successivo 
della Miscuglio, A.A.A. Offresi girato dentro la vita 
quotidiana delle prostitute, un documento talmente 
sovversivo che la Rai non lo trasmise. 
Oggi lo si considera perduto, e molte si adoperano 
per trovarne una copia, anche per ricordare 
l'opera e l'impegno femminista della Miscuglio, scomparsa 
nel 2003 e a cui l'assistente dell'epoca Emanuela Piovano 
ha dedicato un biopic poetico L'età d'oro, 
ispirato al romanzo di Romana Massaro e Silvana Silvestri 
e interpretato da Laura Morante." 
 
 

UNA PIZZA ANCORA SOTTO SEQUESTRO|L’AGE D’OR DES CINÉ-CLUBS L’AFFAIRE ANNABELLA MISCUGLIO| L’ETÀ D’ORO | VIDEO ANTEPRIMA PARIGI

7 agosto 2018

Il film L’età d’oro di Emanuela Piovano trae spunto dalla vita di Annabella Miscuglio, una famosa attivista femminile del cinema italiano degli anni ’70 – ’80 che ha ispirato il personaggio di Arabella, interpretata dalla bravissima Laura Morante.

Liberamente ispirato al libro di Francesca Romana Massaro e Silvana Silvestri

“L’età d’oro – il caso Véronique”

EMMEBI EDIZIONI Firenze 2012

Attualmente nei cinema francesi distribuito dalla casa di distribuzione Jour2fête con il titolo L’AGE D’OR DES CINÉ-CLUBS L’AFFAIRE ANNABELLA MISCUGLIO

Video anteprima a Parigi al cinema Saint André des Arts alla presenza della regista e dell’attore Dil Gabriele Dell’Aiera.

Articolo del corriere della sera del 4 settembre 2013 di Alessandro Fulloni

«A.A.A Offresi»: quel filmato «dimenticato» all’ufficio corpi di reato del tribunale di Roma

UN LIBRO RICOSTRUISCE L’ITER GIUDIZIARIO DEL CASO CHE NEL 1981 DIVISE L’ITALIA

«A.A.A Offresi»: quel filmato «dimenticato» all’ufficio corpi di reato del tribunale di Roma

Il documentario sulla prostituta Veronique: un processo durato 10 anni. E la «pizza» inedita ancora sotto sequestro

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Veronique, in un servizio apparso su «Playboy» dell’aprile 1981 (Rocchi)

Chissà sopra quale scaffale dell’ufficio corpi di reato del tribunale di Roma sarà stata dimenticata, quella «pizza» originale del documentario «A.A.A. offresi» mai andato in onda. Era il 1981, anno cupo, anno di piombo, e la storia di Veronique, quella «lucciola» francese ripresa in un documentario girato per Rai Due, divise l’Italia. Aspri dibattiti su censura, limiti della privacy. E un processo – con accuse di favoreggiamento della prostituzione – durato 10 anni.

«A.A.A Veronique», le foto della lucciola mai vista in tv

 LIBRO – Ora quella vicenda è stata interamente ricostruita, leggendo atti giudiziari e trovando testimonianze inedite, in un libro – «L’età dell’oro, il caso Veronique», edizioni Emmebi – scritto dalla giornalista Francesca Romana Massaro, esperta di cinema ma con la passione per le carte da spulciare negli archivi giudiziari, e Silvana Silvestri, critico cinematografico del Manifesto. Proprio in tribunale, appunto, è finita quella «pizza», poggiata chissà dove tra quelle migliaia di oggetti sequestrati che stanno lì da decenni, in attesa di essere messi all’asta, distrutti o riesumati in qualche cold case. Da allora, dalla conclusione dell’iter penale, nessuno ne ha saputo più nulla. 

CENSURA– Una pellicola persa tra quei frammenti di storia patria – tutto quel che si trova nella scena del crimine, dal delitto Pasolini al banale sequestro per contrabbando – che hanno per lo più un solo destino: un oblio che può, in certi casi, sconfinare pericolosamente nella rimozione colpevole. Se non in vera e propria censura. Esattamente quanto accadde a quel filmato che aveva come protagonista Veronique, all’epoca ventisettenne, ripresa mentre riceveva i clienti a Roma in un appartamentino al civico 50 di via San Martino ai Monti, quartiere Esquilino. Un documentario curato da sei donne – Maria Grazia Belmonti, Anna Carini, Rony Daopulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio e Loredana Rotondo – già note per aver realizzato «Processo per stupro», andato in onda su Rai Due. Macchina da presa bloccata e riprese gelide – le stesse poi viste in certe successive trasmissioni di Rai Tre – sui volti di imputati, testimoni, inquirenti.

ERA IL 1981– Uno choc, per quell’Italia del 1981, con i giorni scanditi tra l’esplosione dello scandalo P2, l’attentato al Papa, il rapimento Dozier e il referendum sull’aborto. 

Nonostante le polemiche e la strada ancora in salita, le sei donne pensarono ad un altro programma per raccontare l’Italia. Uno «specchio segreto» nel quale i clienti – undici in tutto, tra cui un poliziotto che per l’incontro non scucì un quattrino dopo aver mostrato il tesserino – vennero ripresi con il volto oscurato, a loro insaputa. Approccio, trattativa e saluti in quattordici ore di filmato. Apriti cielo.

«IL PROGRAMMA NON VA IN ONDA» – Alle 21.30 dell’11 marzo, orario della programmazione su Rai Due, salta tutto. «Nel piccolo schermo appare Marina Morgan che, invece di “A.A.A. Offresi”, annuncia che andrà in onda – scrive Francesca Massaro autrice anche un saggio sulla censura nel cinema – il film “Grisbì”, con Jean Gabin». Non bastasse, la Morgan legge il telegramma inviato dal presidente della Commissione parlamentare sulla vigilanza Rai Mauro Bubbico: «Invito la concessionaria alla sospensione della messa in onda della trasmissione». Censura, insomma. A cui seguì la cancellazione definitiva del programma. A quel punto esplose il putiferio: picchettaggi davanti Montecitorio, interpellanze, stampa divisa. E anche l’accusa penale, per le sei autrici e per cinque dirigenti Rai, di favoreggiamento della prostituzione e violazione della privacy. L’agente venne invece imputato di violenza carnale. Della squillo, nel frattempo, nessuna traccia. Volata via, forse in Libano. O ancora a Parigi.

IN TRIBUNALE– Il processo si celebrò nel 1985: assolti tutti in primo grado. E anche in secondo, una sentenza arrivata 10 anni dopo tra mille polemiche e appelli di scrittori e intellettuali – tra cui Moravia e Maraini – a favore degli undici alla sbarra. Ma nel dispositivo della prima decisione – è la scoperta che si legge nel libro – venne stabilito il «destino del filmato. Il collegio decise di confiscarlo e la pellicola rimase nel deposito del tribunale di Roma, in quanto corpo del reato». «Da allora nessuno l’ha più visto – racconta oggi Francesca Massaro – nè le autrici pensarono di richiederlo. O la Rai di sollecitare una nuova messa in onda». Facile immaginare il perché: quella specie di gogna cui vennero sottoposti le sei donne e e i cinque dirigenti della tv di Stato «scavò nel profondo, lacerando le coscienze, anche le più battagliere e determinate». Meglio voltare pagina e non pensarci più. Così gli unici «spettatori» ad avere visto per intero il documentario risultarono – oltre agli inquirenti – quella manciata di inviati chiamati dalla Rai ad una specie di presentazione prima della messa in onda. Per il resto degli italiani, il nulla.

VERONIQUE, LA PARIGINA– E lei, Veronique, chi era davvero? Sul mensile Playboy, Giulia Massari – l’unica giornalista in Italia riuscita a intervistare la «lucciola» – la descrisse così in un servizio pubblicato nell’aprile 1981 e corredato dagli «scatti» di Roberto Rocchi, il celeberrimo fotografo delle dive: «Un po’ sul tondo, ma molto ben modellata, con la faccia larga, la bocca sensuale, i capelli lisci con la frangetta, impoveriti dai vari cambiamenti di colore: Veronique deve sicuramente attrarre gli uomini, o almeno quel tipo, che ama sentirsi tranquillo». Parigina, la mamma proveniente dell’ex Cecoslovacchia, una bambina. E un innamorato rimasto in Francia: perciò chiese che il documentario non venisse mandato in onda Oltralpe. Disinteressata di «femminismo e politica», nell’intervista raccontò di «avere accettato per curiosità, per fare un’esperienza ma anche per denunciare la situazione in cui vivono le donne che fanno le métier», il mestiere. Un lavoro svolto per soldi, da «abbandonare in fretta, prima di ritrovarsi con le stimmate». Poi il sogno di mettersi a lavorare con la madre, ceramista. Chissà se c’è riuscita.

L’ÂGE D’OR DES CINÉ-CLUBS | ANTEPRIMA PARIGI | CINÉMA SAINT-ANDRÉ DES ARTS

07 Agosto 2018

Jour 2 Fête  ha presentato martedì 7 agosto l’anteprima del film “L’ÂGE D’OR DES CINÉ-CLUBS  L’AFFAIRE ANNABELLA MISCUGLIO” diretto da  Emanuela Piovano al Cinema Saint-André des Arts di Parigi.

“UN FILM PIENO DI FASCINO DA NON FARSI SCAPPARE!”

Presenti: la regista Emanuela Piovano e l’attore protagonista Dil Gabriele Dell’Aiera.

L’ÂGE D’OR DES CINÉ – CLUBS L’affaire Annabella Miscuglio |ANTEPRIMA A PARIGI

Jour2Fête presenta in FRANCIA:

L’ÂGE D’OR DES CINÉ- CLUBS L’affaire Annabella Miscuglio

un film diretto da Emanuela Piovano con Laura Morante.

Anteprima  il 7 agosto al Cinéma Saint-André des Arts di Parigi con la presenza

della regista EMANUELA PIOVANO

e dell’attore DIL GABRIELE DELL’AIERA coprotagonista del film.

Nei cinema dall’8 agosto! 

Cinema SAINT ANDREÉ DES ARTS Parigi |Cinema LE STUDIO Brest Bretagne|

Cinema RIVOLICarpentras | Cinema FEMINACavaillon Cedex|

Cinema LES AMBIANCESClermont Ferrant|Cinema COMOEDIALyon|

Cinema RIALTONice |Cinema LE CLUBGrenoble|…

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SORPRESE ! | 17° PIEMONTE MOVIE gLOCAL FILM FESTIVAL|FOCUS TRA ME

 

 

10 marzo 2018

La proiezione del corto  “SORPRESE!” di Emanuela PIOVANO al Cinema Massimo di Torino – sala 3 – sabato 10 marzo alle ore 10,30, in occasione  del “Focus Tra Me”  organizzato  dal 17° Piemonte Movie gLocal film Festival, incentrato sui temi dell’accoglienza, della multiculturalità e delle pari opportunità.

La regista Emanuela Piovano, Presidente della  Giuria  Documentari Panoramica della 17° Piemonte Movie GLocal, racconta la sua esperienza a Torino su Torino Sette

“Ringrazio il gLocal Film Festival  per aver pensato a me quest’anno”

Torino Sette del 09.03.2018

“Doc di liberta e indipendenza – Ogni occasione è buona per tornare a Torino e fare il punto con la mia formazione. Coerente con la mission di questo evento. Durante gli anni Ottanta infatti si discuteva molto di cinema culturale versus industriale, e la cultura era territorio, località. Ci ricollegavamo agli albori del grande cinema nato proprio a Torino con Pastrone e le sue Cabirie ispiratrici di Griffith e di tutto il cinema americano, per rivendicare una artigianalità tutta da reinventare.

Anch’io, dalle «Rose Blu» in poi, ho creduto di far tesoro di questa formazione vocazionale, e ho sempre lavorato ad una finzione intrisa di verità, mescolando attori e non attori. Ah già la verità! I film che visioneremo in questi giorni sono come i nostri figli tanto attesi. All’epoca ci muovevamo in una specie di deserto pieno di miraggi. Oggi sono diventati realtà, e questi ragazzi si muovono a livello internazionale seguendo i nostri germi, che sono poi quelli di Zavattini, ma anche del Free Cinema inglese, della Nouvelle Vague, e di tutti gli esempi che studiavamo con devozione perché ci aprivano mondi. Ricordo ledéâcle su Cinema Verità e Cinema di Finzione eredi degli anni sessanta, con il mondo diviso in buoni e cattivi, visione poi attutita dal relativismo postmoderno. Ecco: senza per forza voler ripristinare quelle spaccature (puritane?) il sempre più fiorente filone del documentario nelle nuove generazioni di tutte le latitudini ci ricorda un valore che finalmente sta riemergendo potente: la libertà e l’indipendenza.

Perché il doc non ha bisogno di grossi budget, e avvicinando il corpo dell’autore a quello dell’attore (nella maggioranza dei casi essendo lui che fa il suono e la fotografia) produce ogni volta una rivelazione, unica e irripetibile.”